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Evaristo Seghetta: “Un loden senza inverno” di Roberto Dall’Olio

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Ho letto “Un loden senza inverno”  raccolta di poesie di Roberto Dall’Olio edita da Pendragon, marzo 2024 e confesso che da tempo una silloge non riusciva a rinnovare in me il dolore profondo e sedimentato, ma mai scomparso, provato per la morte di mio padre.  Dall’Olio ci va giù duro con i sentimenti, non dà scampo, li propina come una sorta di veleno, dolce e amaro, che pervade e devasta, ma che dà un senso alla vita. Già la forma grafica dei suoi testi è originale nella verticalità del divenire, versi brevissimi, due o tre parole, che ti fanno correre a precipizio giù per le ripide scale della poesia, magistralmente lastricate da rime e assonanze mai stucchevoli, mai criptici, privi di ogni “poetichese” che oggidi’ imperversa. Versi come pioggia battente che in ogni chiusura di testo svelano quanto in profondità  può scavare il poeta, e questa pioggia si espande in pozzanghere oceaniche, quelle della sensibilità. Poi i rimandi alla letteratura e alla filosofia, perché Dall’Olio insegna filosofia ed è filosofo, il tutto con una semplicità disarmante, con un candore dolce di un affetto ormai metafisico. Tutta l’etica rielaborata, metabolizzata e riproposta nella figura di un padre maestro di equilibrio e di saggezza, soprattutto di amore. Dopo Enea, Roberto Dall’Olio si è caricato sulle spalle l’effigie paterna, esempio ormai in via di estinzione della “Pietas”più nobilitante. Questo è proprio un bel libro di poesia, sincera ed onesta, che non delude, non annoia, non rattrista, mantiene solo vivi i sentimenti che sono la parte migliore di noi, raccolti dentro a quel cappotto di loden ereditato e che è “ …tanto caldo per gli inverni che non vengono più “.
 
Evaristo Seghetta 

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